Chi Siamo

Il Gruppo Barattelli è costituito da una serie di aziende partecipate dalla famiglia Barattelli, la più antica impresa di costruzioni della Regione Abruzzo. Il gruppo nasce come impresa di costruzioni edili fin dal 1885.

Un’impresa edile con oltre 130 anni di storia certificata sul territorio abruzzese e radici che risalgono addirittura a un secolo prima, capace di stringere e consolidare nel tempo un rapporto di fiducia con importanti istituzioni pubbliche, dalla Banca d’Italia ai Carabinieri, costruendo sedi, uffici e ospedali e, al tempo stesso, edificando numerosissime abitazioni private: quasi 2 mila appartamenti in 35 anni di attività nella città dell’Aquila.

Ma anche una società che ha fatto dell’innovazione il proprio punto di forza, sperimentando nel tempo l’allargamento della propria attività al settore dei carburanti e a quello delle energie innovative, con importanti collaborazioni con multinazionali e impianti capaci di sviluppare 6 milioni di chilowattora all’anno. Questo, in sintesi, il percorso dell’impresa Barattelli, una delle più antiche d’Abruzzo e al contempo pronta a evolversi cambiando pelle ogni volta che le fasi storiche lo richiedono. Cinque le generazioni che si sono susseguite al timone della società.

Il capostipite fu Berardo Barattelli, attivo fin dai primi anni dell’Ottocento. A lui subentrò Germano Barattelli, nato nel 1850. La terza generazione è composta dai fratelli Ettore e Giuseppe Barattelli, al lavoro dai primi del Novecento fino al 1952, quando subentrò la quarta, con ancora due fratelli, Germano e Giuseppe Barattelli. Dal 1987, a prendere le redini è stata la quinta generazione, che opera attualmente, con i fratelli Ettore e Carlo Barattelli.

I primi riscontri certificati di una significativa attività di impresa risalgono al 1885, con la realizzazione del palazzo della Cassa di Risparmio lungo corso Vittorio Emanuele, nel cuore del centro storico.


IL PERCORSO:
DALLA CASSA DI RISPARMIO
AL FOTOVOLTAICO


La storia della famiglia Barattelli all’Aquila comincia a partire dal 1703, quando i capostipiti giunsero dal Milanese e dal Bergamasco nell’ambito della ricostruzione della città che era stata semidistrutta dal terremoto. Un’epoca in cui l’imprenditore edile era ancora chiamato “capomastro” per divenire più tardi nel ‘900 “Intraprenditore di opere edili”, i documenti erano redatti a mano con la “bella calligrafia” e l’impresa doveva garantire il Committente presentando una cauzione in contanti. L’accesso di imprese da tutta Italia fu favorito da un bando su tutto il territorio nazionale: le attività commerciali che si trasferivano dentro le mura e creavano il cosiddetto “fuoco”, il focolare familiare, godevano di un’esenzione.

I primi riscontri certificati di una significativa attività di impresa risalgono al 1885, con la realizzazione del palazzo della Cassa di risparmio lungo corso Vittorio Emanuele, nel cuore del centro storico. Il contratto, il più antico della società, rinvenuto grazie alla collaborazione dell’Archivio della Cassa di Risparmio della Provincia dell’Aquila, è firmato dal capomastro Germano Barattelli, a cui venne affidato il prestigioso appalto per la realizzazione della sede della banca cittadina. L’azienda, comunque, doveva essersi affermata già da molti anni precedenti per poter ricevere una commessa così delicata e prestigiosa. A partire da quell’opera, nei decenni successivi furono appaltati e costruiti anche i Portici della Camera di Commercio e la Banca d’Italia. La commessa con l’istituto di credito statale contribuì a creare un rapporto fiduciario che, in seguito, portò l’impresa a costruire la sede del Banco di Napoli e gli uffici finanziari cittadini.

Germano Barattelli venne insignito della importantissima qualifica di Censore della Banca d’Italia, che ha la terza chiave del caveau assieme a quella del direttore e quella di un altro Censore.

Nel 1915 un’ampia area della Marsica venne devastata da un terremoto distruttivo che provocò danni anche nel capoluogo di Regione, lesionando, come riportano le cronache del tempo “gli edifici in genere, ossia le case, i palazzi e le chiese”. Il Banco di Napoli, che all’epoca aveva sede nel Palazzo Marinangeli, ubicato su corso Vittorio Emanuele, incaricò l’Impresa Barattelli Germano e Figli, già esecutrice in passato di vari interventi di manutenzione e trasformazione nello stabile, delle opere di messa in sicurezza e riparazione dell’edificio, che si prolungarono nel 1917 a causa delle difficoltà causate dalle numerose e importanti repliche dell’evento sismico principale. La banca appaltò all’impresa anche la costruzione dei baraccamenti in legno di emergenza, destinati all’alloggio degli impiegati della sede, che furono installati presso i giardini della Villa Comunale.

Agli anni Venti risale la costruzione di eleganti villini signorili in stile liberty come “Casa Relleva”, un liberty floreale napoletano e uno dei primi edifici realizzati in cemento armato in città, e i villini su via Gabriele D’Annunzio. Palazzine che ospitarono molti abitanti della città marsicana che scelsero di trasferirsi, come pure le abitazioni nelle vicinanze della Basilica di San Bernardino. Altra rilevante opera pubblica, avviata nel 1932 fu la costruzione dell’ospedale San Salvatore nella zona di San Basilio, con la facciata della chiesa oggi nota come Santa Maria degli Angeli che venne smontata pezzo a pezzo e rimontata nella zona di Porta Napoli, in corrispondenza di una curva.

Negli anni tra le due guerre mondiali, l’assetto urbanistico della città venne significativamente modificato dall'inserimento di nuovi edifici porticati lungo l’asse trasversale in corrispondenza dei Quattro cantoni e nel tratto Sud fino alla Villa Comunale, lungo corso Federico II. Palazzi rappresentativi, per lo più sedi di enti pubblici o uffici che confermano il carattere terziario della città. L’impresa Barattelli venne chiamata a realizzare gran parte di queste opere, come si legge in una lettera del 31 dicembre 1938 inviata dalla locale filiale della Banca d’Italia all’Ufficio deputato per l’Amministrazione Stabili di Roma, in merito alle referenze dell’Impresa Barattelli come possibile appaltatore anche della nuova sede in Piazza del Duomo.

La sede aquilana di Bankitalia fu edificata nel quinquennio 1939-1943, e fu talmente impattante che nei due anni degli scavi iniziali alle operazioni presero parte perfino alcuni prigionieri di guerra di nazionalità inglese. Tra le principali realizzazioni di quel periodo di grandi mutamenti dello skyline cittadino ci sono anche il complesso dei Fabbricati Incis nel quartiere della Villa Comunale, il Palazzo dell’Istituto nazionale delle assicurazioni Ina tra corso Vittorio Emanuele e via San Bernardino e la sopraelevazione dei portici di corso Vittorio Emanuele per la costruzione del Palazzo Provinciale dell’Economia Corporativa, ovvero l’attuale Camera di Commercio. Nel corso della seconda guerra mondiale, con le costruzioni fortemente rallentate dal conflitto, scaturì la prima diversificazione delle attività di impresa, con l’acquisto di un casale in località Sant’Antonio, nella periferia Ovest del capoluogo abruzzese, e dei terreni circostanti, creando un’azienda agricola autonoma completa di forno per il pane. A partire dall’anno 1943 legame tra Palazzo Koch e L’Aquila divenne fortissimo e l’impresa Barattelli assunse un ruolo determinante e di prestigio. I vertici della Banca d’Italia decisero in segreto di trasferire la riserva nazionale di oro all’Aquila, dove c’erano caveau enormi a disposizione di fresca costruzione. Un battaglione dei Carabinieri di stanza a Napoli, inquadrato tra le forze speciali, si incaricò del trasferimento, ma fu chiesto a chi aveva costruito la sede di offrire le proprie maestranze per l’operazione. Le cronache raccontano che ci fu una corsa tra gli operai a essere compresi tra i 30 che avrebbero trasferito manualmente i lingotti. Germano Barattelli venne insignito della importantissima qualifica di Censore della Banca d’Italia, che ha la terza chiave del caveau assieme a quella deldirettore e quella di un altro Censore.

Il secondo dopoguerra coincise con la rinascita del Paese e una forte spinta alle attività edilizie. Nel periodo 1947-1950 fu realizzato il Palazzo degli Uffici e dei dipendenti del Ministero dei Lavori Pubblici su via San Bernardino, via Fortebraccio e piazza San Bernardino. Nel 1956 l’impresa Barattelli eseguì la demolizione in via Verdi del cosiddetto fabbricato Nurzia e la ricostruzione di una struttura più moderna. Fu il primo edificio a iniziativa privata. Nel 1958, sul lotto adiacente alle sede della Banca d’Italia, l’Impresa Barattelli in quanto vincitrice della gara di appalto, costruì il Palazzo degli Uffici Finanziari, divenuto sede, dopo il terremoto del 2009, della Prefettura.

Si scatenò una rincorsa di imprese che compravano edifici nel centro storico del capoluogo abruzzese, li abbattevano e ricostruivano. Un vero “boom” delle costruzioni, ma dentro le mura storiche, con uno spazio sempre più risicato e prezzi che divennero presto altissimi.

Una ventata di novità, causata anche dall’ingresso a pieno titolo nel sodalizio aziendale della quinta generazione, ha portato la società a produrre energia con due parchi fotovoltaici.

I titolari dell’impresa furono i primi a pensare di uscire dall’area delimitata dal’antica cinta muraria, urbanizzando l’esterno fino a quel punto abbandonato ed escogitando un sistema per costruire case moderne alla portata di tutti. Furono così acquistate ed edificate delle aree in via Strinella, che divenne presto ambìta dalla classe dirigente cittadina per comprare delle nuove abitazioni, alcune prenotate quando ancora erano sulla carta in fase progettuale. Negli anni Cinquanta ci fu anche la partecipazione alle opere di bonifica nel Chietino con lotti da 500 ettari ciascuno finanziati con fondi statunitensi attraverso il piano Marshall e la costruzione di canali di irrigazione. Ci fu, di pari passo, una escalation dell’edilizia privata, con oltre un migliaio di appartamenti costruiti dall’impresa Barattelli in tutta la città.

Negli anni Settanta si approdò a una nuova diversificazione delle attività aziendali grazie all’accordo con Mobil Oil Italia, compagnia petrolifera che era tra le Sette sorelle americane, aprendo le prime tre stazioni di servizio. La più importante era in funzione 24 ore e occupava l’intero piano terra di un edificio in via Verdi, in pieno centro. Dopo una serie di corsi di formazione con esperti statunitensi, del personale entrarono a far parte anche alcuni operai che non erano più adatti alla logorante vita di cantiere.

Negli anni Ottanta la società ha allargato il suo ambito territoriale alla Valle Peligna, occupandosi di numerosi restauri a seguito del terremoto che ha colpito Sulmona nel 1984, come la Badia morronese, il complesso dell’Annunziata e la cattedrale di San Panfilo.

Anche in quel caso poi si è passati dalle opere pubbliche all’edilizia residenziale. A partire dagli anni Novanta l’azienda ha realizzato importanti opere per l’Arma dei Carabinieri, con la costruzione del Comando generale dell’Aquila, a piazza d’Armi, e di varie caserme sparse in tutto l’Abruzzo. Appena dopo quell’epoca è arrivata la decisione, sofferta ma non più rinviabile, di accantonare il settore delle opere pubbliche, rinunciando anche alle iscrizioni e qualificazioni acquisite nei decenni di lavoro, per specializzarsi nell’edilizia residenziale di nicchia. Non era più il momento delle grandi lottizzazioni, la clientela voleva qualcosa di diverso dal solito e innovativo.

I progetti dell’impresa Barattelli sono stati i primi sul territorio a proporre novità come i riscaldamenti a pavimento, finiture particolari con marmi di grandi dimensioni e l’isolamento termico. Una ventata di novità causata anche dall’ingresso a pieno titolo nel sodalizio aziendale della quarta generazione a partire dagli anni Novanta. In epoca recente c’è stata la realizzazione del Centro commerciale Barbarossa, con la peculiarità di una particolare facciata ventilata, ideata dal noto architetto Renzo Piano, la cui tecnologia è stata approfondita anche attraverso la pubblicazione su note riviste di architettura.

La diversificazione degli asset è proseguita anche negli anni più recenti, soprattutto quando ci si è resi conto che sarebbe presto tornata una delle cicliche crisi del comparto. Si è guardato, così, all’opportunità di investimento nell’innovativo settore del fotovoltaico. Attraverso una ricerca accurata si è arrivati da zero all’essere nel 2005, nell’ambito del primo programma europeo di incentivazione “Conto energia”, tra i primi abruzzesi a inoltrare domanda di finanziamento per realizzare i primi impianti.

La società protagonista nella nuova era dell’edilizia dovuta al terremoto del 6 aprile 2009 e alla necessità di ricostruire il patrimonio danneggiato con commesse pubbliche e private.

Si è acquisita una notevole esperienza nel giro di pochi anni, e a quel punto si è deciso di entrare a pieno titolo tra i produttori di energia elettrica con grandi parchi fotovoltaici. Attraverso una finanza di progetto, a Scurcola Marsicana e Tagliacozzo in provincia dell’Aquila sono nati impianti all’avanguardia nel mondo con pannelli di alta efficienza.

Il 6 aprile 2009 L’Aquila e il comprensorio sono stati devastati da un violento terremoto di magnitudo 6.3. Tutto è stato stravolto, la città delocalizzata nei nuovi quartieri costruiti per l’emergenza, le scuole in parte riparate e in gran parte ubicate nei nuovi manufatti prefabbricati provvisori (Musp). Alla fase di emergenza, chiusa formalmente, è seguita la riparazione e la ricostruzione degli edifici danneggiati, prima con classificazione “B” (danni non strutturali) e in seguito le inagibilità più gravi con classificazione “E”.

Di entrambe le fasi l’impresa Barattelli è stata protagonista, conseguendo commesse tanto nel settore pubblico quanto in quello privato. Si è occupata di puntellamenti, interventi di messa in sicurezza di beni artistici vincolati, lavori di somma urgenza per il ricovero della popolazione su commissione del Provveditorato Interregionale alle Opere pubbliche, costruzione di nuovi edifici come quello destinato a ospitare la scuola media statale “Carducci” per conto della Protezione Civile Nazionale, riparazioni leggere di edifici classificati “A” e “B” (oltre 100 unità abitative), interventi di edilizia pesante con miglioramento sismico di edifici classificati “E”, riparazione e miglioramento sismico di edifici vincolati, demolizione e ricostruzione di strutture gravemente danneggiate dal sisma.

Una Storia di Famiglia

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